apr 26, 2023

Riconoscere e differenziare la plastica senza errori? È possibile, con l’app Junker

 

Una volta mangiato lo yogurt, dove butto il vasetto? E che fine faccio fare, invece, allo spazzolino che non uso più? E vogliamo parlare di penne, pennarelli e giocattoli? Il mondo è pieno di plastica e nel (solo apparente) caos che sembra contornare il mondo della raccolta differenziata, spesso siamo assaliti da un dubbio: cosa si getta e cosa no nell’apposito contenitore?

La cosa necessaria è partire da un presupposto: in Italia la raccolta differenziata della plastica si limita ai soli imballaggi. Al momento, infatti, non tutto può essere avviato al recupero. Per intenderci, quindi, se dobbiamo sbarazzarci di oggetti come utensili da cucina, parti di elettrodomestici o di giochi, bacinelle, sottovasi, penne, pennarelli o posate (qui l’elenco potrebbe essere infinito!), è all’indifferenziato o all’ecocentro, purtroppo, che dobbiamo affidarci. E facendo bene attenzione a cosa può andare nel bidone domestico e cosa invece bisogna portare all’ecocentro, come ad esempio i RAEE e gli oggetti ingombranti.

 

 Cosa si conferisce nella plastica

A questo punto una cosa è chiara: per la plastica, la raccolta differenziata riguarda solo quella degli imballaggi. Gli imballaggi in plastica sono generalmente contrassegnati da una sigla che indica i polimeri da cui sono composti. I più diffusi sono i seguenti: PE (per “polietilene”, sia ad alta che a bassa densità – HDPE e LDPE), PP (per “polipropilene”), PVC (per “cloruro di polivinile”), PET (per “polietilentereftalato”), PS (per “polistirene” o “polistirolo”). Tuttavia, è bene sapere che tutti gli imballaggi in plastica, anche quelli che non recano una di queste sigle, sono conferibili.

Ecco un elenco di cose da buttare nella plastica:

  • Bottiglie per bevande.
  • Flaconi di prodotti per la casa e la persona.
  • Vasetti e barattoli per alimenti (yogurt).
  • Sacchetti e buste per pasta, salatini, caramelle, surgelati, etc.
  • Pellicole e involucri per alimenti.
  • Vaschette (es. per affettati, gelato, etc.)
  • Tubetti di dentifricio.
  • Retine per ortofrutta.
  • Polistirolo da imballaggio (sia per alimenti, sia imballaggi di elettrodomestici).
  • Grucce appendiabiti in plastica (anche con gancio di metallo).
  • Imballaggi poliaccoppiati a prevalenza plastica (es. sacchetti del caffè o blister dei medicinali).

 

Invece, non possono essere differenziati nella plastica:

  • Prodotti da cancelleria (penne, pennarelli, righe e righelli e altro).
  • Custodie per CD/VHS/DVD.
  • Siringhe, copri l’ago con il cappuccio.
  • Bacinelle, secchi e catini.
  • Arredi da giardino (tavoli, sedie, sdraio).
  • Tubi di plastica per irrigazione.
  • Imballaggi che hanno contenuto vernici.
  • Giocattoli: se sono di piccole dimensioni, vanno gettati nell’indifferenziato; se sono voluminosi o elettronici vanno portati a un’isola ecologica (separando e conferendo correttamente le batterie interne).
  • Sacchetti, pellicole, stoviglie e altri imballaggi se certificati biodegradabili e compostabili, che vanno nell’organico.

Per qualsiasi altro dubbio sugli imballaggi in plastica, c’è sempre Junker! L’app per la raccolta differenziata più utilizzata in Italia, con oltre 2.5 milioni di download, con una scansione del codice a barre oppure una rapida ricerca per categorie, fornisce le informazioni di conferimento aggiornate e geolocalizzate, cioè corrette in base alle regole della raccolta differenziata vigenti nel Comune in cui vive il cittadino.

 

Gli imballaggi inseparabili

Quanti di noi, attenti alla raccolta differenziata, si sono cimentati in tripli carpiati per separare parti di un imballaggio apparentemente indivisibili? Anche a costo di perdere tempo prezioso o addirittura di farsi male! C’è una buona notizia: alcuni imballaggi restano inseparabili anche nel bidone.

Una regola generale da seguire è la seguente: occorre rimuovere solo ciò che è facilmente asportabile manualmente. Se dunque è presente una parte difficile da separare, si può conferire comunque l’imballaggio nella raccolta differenziata…a patto che sia il bidone corretto! Come, ad esempio, i barattoli delle spezie o i deodoranti roll-on con tappo in plastica. Vediamo alcuni esempi di imballaggi inseparabili che presentano parti in plastica.

  • Le buste da lettera con finestra di plastica possono essere conferite nella carta, poiché la finestrella viene separata durante il processo di riciclo in cartiera. Lo stesso discorso vale per le scatole della pasta con la finestrella: separarla è gradito, ma non è obbligatorio.
  • I barattoli delle spezie con tappo in plastica sono spesso difficili da separare. Questi possono essere ugualmente conferiti nel vetro, che è il materiale prevalente dell’imballaggio in questione. Anche per i deodoranti roll-on in vetro vale la stessa regola – Vanno conferiti nel vetro, anche se è presente una parte in plastica non separabile.
  • Discorso simile per le bottiglie dell’olio, che vanno anch’esse conferite nel vetro. Ciò che in questo caso non è necessario separare sono l’etichetta e la guarnizione salvagoccia in plastica che si trova sotto al tappo, nel collo della bottiglia.
Le regole d’oro per differenziare al meglio la plastica

Oltre a sapere quali rifiuti vanno nel bidone della plastica e quali no, vogliamo fornire qualche altro suggerimento per non incorrere in errori oppure per evitare inutili sprechi.

  • Non è necessario lavare gli imballaggi prima di conferirli: questo è uno dei falsi miti più comuni sulla differenziata degli imballaggi. L’importante è che questi siano vuoti, privi di residui, ma lavarli non serve, poiché è un’operazione che verrà comunque fatta negli impianti di selezione e riciclo. Insomma, senza sprecare acqua, la differenziata sarà comunque perfetta!
  • Non è necessario staccare eventuali etichette dall’imballaggio. L’unica eccezione alla regola vale per la cosiddetta sleeve, l’etichetta che copre l’intera superficie dell’imballaggio e che dunque ne impedirebbe il riconoscimento negli impianti di selezione. Per tutte le altre etichette nessun problema, possono rimanere al loro posto.
  • Non bisogna inserire gli imballaggi uno dentro l’altro: effetto Matrioska? No grazie! Spesso si pensa che, inserendo gli imballaggi più piccoli in quelli più grandi, si risparmia spazio anche a vantaggio di chi raccoglie, ma è sbagliato! Ogni imballaggio va conferito singolarmente – altrimenti c’è il rischio che piccoli imballaggi, inseriti in quelli di dimensioni maggiori, non vengano individuati negli impianti di selezione e vadano dunque persi. Sarebbe un peccato, no?
  • La bottiglia va schiacciata in senso orizzontale e non dall’alto verso il basso, come molti fanno (anche in questo caso, per risparmiare spazio). Schiacciandola sul lato lungo, si permette agli impianti di selezione di riconoscerla più facilmente. E altro dettaglio: la bottiglia va chiusa con il tappo, che si può quindi lasciare attaccato alla bottiglia.
  • Non conferire imballaggi in bioplastica compostabile nella raccolta della plastica! Sul mercato sono sempre di più i prodotti realizzati in bioplastica certificata compostabile, quali posate, bicchieri, piatti, sacchetti, vassoi e così via. Se sull’imballaggio è presente uno o più simboli che ne certificano la compostabilità, questo andrà nella raccolta dell’umido organico e verrà poi processato in impianti di compostaggio industriale.

 

Hai letto l’intero articolo e hai ancora qualche dubbio? Oltre alla già citata app Junker, sempre a tua disposizione per risolvere tutti i tuoi dubbi, puoi visitare la pagina ufficiale del consorzio Corepla, che si occupa del recupero e riciclo degli imballaggi in plastica, e il blog La plastica è cambiata. Le informazioni presenti in Junker sono comunque sempre aggiornate e validate secondo le linee guida dei consorzi nazionali di filiera. Buona differenziata!

 
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